Il Linguaggio dell’uguaglianza: strumenti per un cambiamento sociale

Il Linguaggio dell'uguaglianza: strumenti per un cambiamento sociale

Leo Club Chioggia Sottomarina protagonista di una serata dedicata al linguaggio dell’uguaglianza. Nella serata di sabato 3 maggio si è tenuto l’evento “Il linguaggio dell’uguaglianza: strumenti per un cambiamento sociale”, promosso dal Leo Club Chioggia Sottomarina, sostenuto dalla Fondazione Giulia Cecchettin e patrocinato dal comune di Chioggia, Ulss 3 e dal Lions Club di Chioggia. Il convegno, nella sala dell’Auditorium gremita di pubblico, è stato aperto dalla Presidente del Lions Laura Morelli, che ha ringraziato le Forze dell’Ordine per la loro presenza, dato la parola per un indirizzo di saluto ai rappresentanti dell’Amministrazione Comunale Cappon e Marangon e ringraziato un pubblico interessato e coinvolto sul piano emotivo, che da giorni aveva esaurito i post del teatro. A moderare la discussione è stata la dott.ssa Gaia Malieni, con il prezioso contributo specialistico dello psichiatra Dott. Dario Filippo.

Al centro dell’incontro, il potere trasformativo delle parole nel contrasto alla violenza di genere. “Le parole non sono mai solo parole”, ha ricordato Malieni in apertura. “Possono curare o ferire. Possono educare, oppure alimentare l’odio. Per questo il linguaggio è uno degli strumenti più potenti per costruire la società del rispetto”.

Il dibattito ha trovato un momento particolarmente toccante nella testimonianza dell’Ing. Gino Cecchettin, padre di Giulia, la giovane vittima di femminicidio il cui nome è oggi simbolo di una battaglia collettiva. La sua voce ha portato al pubblico una riflessione profonda sul peso dell’educazione e sulla necessità di riconoscere la violenza, anche nelle sue forme più sottili e normalizzate.

Il Dott. Filippo ha offerto una lettura psicologica delle dinamiche alla base della violenza, spiegando come “la stessa cultura patriarcale e la negazione del problema continuino a rendere la società vulnerabile alla riproduzione di comportamenti tossici”. 

Tra i temi affrontati, dunque, l’importanza dell’educazione come chiave per il cambiamento culturale, il significato storico del termine “femminicidio” e la lotta contro il linguaggio d’odio che spesso colpisce proprio chi sceglie di reagire con coraggio, chi trasforma il proprio vissuto in una missione di vita. 

Non sono mancati spunti di riflessione sul ruolo del femminismo oggi, inteso non come contrapposizione, ma come lotta per l’equità e la giustizia sociale. 

La serata si è conclusa con un messaggio di speranza: la nascita della Fondazione Giulia Cecchettin, che punta a promuovere percorsi formativi e didattici per sensibilizzare le nuove generazioni e diffondere una cultura dell’amore libero da possesso e sopraffazione.

La Fondazione è impegnata a favore di progetti che promuovano l’uguaglianza di genere e la lotta contro ogni forma di discriminazione. La collaborazione tra istituzioni, associazioni e professionisti, come dimostrato dall’organizzazione di questa serata, rappresenta un modello virtuoso per affrontare le sfide sociali del nostro tempo.

Malieni con le sue domande, Cecchettin  e Filippo, con le loro risposte, hanno offerto uno sguardo specialistico sui meccanismi psicologici e sociali che alimentano le disuguaglianze, sottolineando l’importanza di un cambiamento culturale che parta dal linguaggio.

“Parlare è già agire”, ha detto Malieni nei saluti finali. “E se usciamo da qui più consapevoli, allora questa serata ha avuto un senso.”

Grazie all’impegno degli organizzatori e dei relatori, l’evento “Il linguaggio dell’uguaglianza” si è confermato un’occasione preziosa per accendere una luce su questioni cruciali e per promuovere una riflessione che può davvero fare la differenza.

testo di Giacinto Pesce

                                                    Giacinto Pesce

 

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